Tutto70 anni del CUS di Napoli: Brevi cenni storici Prof. Elio Cosentino

Maggio 29, 2015

Logo70°AnniversarioCUSLettera al popolo CUSSINO per le celebrazioni del 70.mo anniversario della rifondazione del CUS 1945-2015

70 ANNI … ma anche 96

1918 – 1944 26 anni di Gruppi Universitari d’Azione – dal 1919 il G.I.L.
1937 – 1945 i G.U.F.

1945 – 2015 70 anni di C.U.S.

Sinceramente non riesco ancora a capacitarmi come mai sono stati organizzati dei simili festeggiamenti per il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia contro gli imperi centrali (Germania e Austria-Ungheria). Ritengo che sarebbe stata giusta una commemorazione dei tanti lutti che quell’entrata in guerra, inutile, arrecò a centinaia di migliaia di famiglie italiane. Penso che sarebbe stato più giusto da parte del Governo dichiarare il lutto nazionale per tale anniversario. La guerra del 15 – 18, che in realtà ebbe inizio nel 1914 con l’entrata in guerra dell’Inghilterra e della Francia contro gli imperi centrali, terminò il 4 novembre del 1918. A quel tempo il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II era il Prof. Oglialoro Todaro Agostino, Direttore dell’Istituto di chimica e farmacologia dell’Università di Napoli che accolse gli universitari napoletani reduci di guerra.
Questi giovani avevano potuto cementare una forte amicizia cameratesca specie nel corso di quello che poi sarà l’ultimo anno di guerra: il 1918.
Infatti tutti i chiamati alle armi della classe 1899, giovani di 18 anni, si trovarono a combattere in una situazione difficilissima, dopo la sconfitta di Caporetto, ed a sostituire, almeno in parte, le decine di migliaia di morti e gli anziani che erano stati fino ad allora in prima linea.

Comandante dell’esercito italiano era l’inetto e presuntuoso Generale Luigi Cadorna, un ufficiale superprotetto e raccomandato dell’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Questo imbelle Generale per mascherare i propri errori tattici e strategici, che portarono alla sconfitta di Caporetto, ebbe la scellerataggine di incolpare di pusillanimità, di fronte al nemico, le proprie truppe, e si rese responsabile di fucilazioni di massa di soldati che erano fuggiti alla disperata con l’incalzare delle truppe avversarie.

I ragazzi del ’99, come poi furono denominati nelle cronache del tempo, furono acquartierati in prima linea nelle improvvisate trincee fangose e malariche venendosi a trovare all’improvviso al centro delle fasi più cruenti dell’ultimo anno di guerra.

Il nuovo Comandante in capo delle truppe italiane, il napoletano Generale Armando Diaz, ordinò col solstizio d’estate (15 giugno – 23 giugno 2018) un poderoso contrattacco generale a sorpresa prendendo di contropiede le truppe degli imperi centrali che si preparavano ad attaccare in una battaglia che loro pensavano decisiva per far chiedere all’Italia l’armistizio.

Ci furono tre famose e terribili battaglie, le più sanguinose dell’intero conflitto, ed alla fine le truppe italiane sopraffecero quelle degli imperi centrali ricacciandoli oltre i confini austroungarici.

La guerra, così, si concluse per l’Italia il 4 novembre 1918, unica grande vittoria militare su tutto il fronte non solo italiano ma anche degli alleati anglo-francesi-americani in 5 anni di guerra.

Così, dopo il 4 novembre giovani, universitari e non, smobilitati a centinaia di migliaia, poterono ritornare ai loro affetti, al lavoro ed allo studio ma molti furono costretti all’emigrazione per la fame che ormai era imperante in Italia.

Gli studenti universitari reduci, nel riprendere gli studi nelle loro Facoltà, in gran parte si organizzarono in “Gruppi Universitari d’Azione” a cui aderirono anche i giovani che non avevano potuto combattere, di qualunque credo religioso e politico, compresi i giovani cattolici della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana).

Tra le attività promosse da questi gruppi, vi furono anche alcune discipline sportive quali: la scherma, la lotta, il nuoto, il tennis, l’atletica leggera, etc..

I “gruppi universitari d’azione” napoletani si coordinarono anche con altri ex commilitoni che avevano costituito analoghi gruppi nella maggior parte delle Università italiane, anche sotto la spinta propagandistica ed ideologica ma anche organizzativa di un gruppo di reduci alla cui testa c’era il pittore, scrittore e poeta Gabriele D’Annunzio.

A Napoli, in particolare, la scherma e l’atletica pesante furono sviluppate in alcuni spazi assegnati dall’Università stessa in via Mezzocannone 8, dove, al primo piano, fu realizzata una sala di scherma, e nei locali sotterranei la palestra di arti marziali. Mentre il calcio ebbe il suo punto di aggregazione presso il campo dell’Ascarelli, e successivamente nel campo realizzato nel nuovo quartiere Vomero, in seguito chiamato campo della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) sul quale venivano praticate le discipline dell’atletica leggera, del tennis, oltre al calcio (a proposito…che fine hanno fatto i beni dell’ex G.I.L. a Napoli?).

Il G.U.F. (Gioventù Universitaria Fascista), organizzato in tutte le sedi universitarie italiane sotto la diretta responsabilità del Segretario del Partito Nazionale Fascista e del Capo del Governo Benito Mussolini, allargò il suo campo d’azione tra gli universitari che, oltre lo sport, comprese le attività musicali, cinematografiche, teatrali, pittoriche e letterarie in generale.

In quegli anni nacquero e si svolsero gli Agonali che riguardavano soprattutto lo sport e successivamente furono compresi nei Littoriali che riguardavano anche l’Arte e la cultura che si concludevano con una manifestazione nazionale alla presenza del Capo del Governo e le maggiori Autorità politiche militari e religiose.

Negli impianti universitari di via Mezzocannone ebbe sede anche il GUF e dal 1945 il CUS Napoli.

Nel 1980 l’Università chiese al CUS di riavere tutti i locali siti in via Mezzocannone ed in via Zanotti dove era collocato il Centro stampa universitario, questi locali oggi sono utilizzati dalla Facoltà di chimica o per deposito di materiali.

Dopo varie vicissitudini sui suoli dell’attuale complesso sportivo universitario di Bagnoli fino agli anni 1940 era in funzione una scuola di equitazione e dressage della Divisione di Cavalleria Duca d’Aosta e così anche le attività di Tiro in una struttura autonoma adiacente all’arsenale militare dell’esercito. Arsenale ormai abbandonato da vari decenni i cui ruderi si possono ammirare dalle terrazze del CUS.

Il piano regolatore vigente di Napoli prevede in quell’area la realizzazione di alloggi per gli studenti fuori sede, ma niente è stato fatto fino ad oggi.

Agli inizi degli anni ‘70 fu avviata la trasformazione dell’area di Bagnoli che era stata acquisita dall’Università su concessione del demanio statale, e successivamente negli anni ’80 iniziò la realizzazione degli attuali impianti sportivi universitari.

Siamo convinti che per il prossimo futuro gli attuali impianti potranno ulteriormente allargarsi e svilupparsi. Vogliamo ricordare a tutti, Autorità e Cittadini, che la variante Occidentale all’attuale piano regolatore della Città di Napoli, prevede, tassativamente, che gli impianti sportivi universitari debbano estendersi fino a Coroglio, per oltre 35 ettari, e vi è anche un progetto di massima per l’ampliamento degli impianti sportivi, presentati dal CUS ed approvati a suo tempo dalla Giunta e dal Consiglio Comunale della Città di Napoli ed avendo l’Università a disposizione pure fondi statali per tale ampliamento. Ma il Comune di Napoli con un atto arbitrario e contro legge, requisì quell’area per realizzare la cosiddetta “cittadella dello sport” con fondi comunitari.

Purtroppo, nonostante la nostra opposizione alle iniziative illegali, realizzate dal Comune di Napoli e con la copertura benevole di Enti di controllo quali sovrintendenze etc., nel primo decennio del 2000 si diede il via alla realizzazione di un complesso sportivo da parte della “S.T.U. Bagnoli Futura”, che ha portato alla impermeabilizzazione della vasta area, nonostante la stessa fosse vincolata dalla legge Galasso, e realizzato un complesso sportivo per giunta risultato non a norma ed ingestibile spendendo € 37.000.000 e che ora risultano quasi ultimati e però abbandonati, anche perché, ironia della sorte, l’Autorità Giudiziaria, dopo le nostre insistenti sollecitazioni e ricorsi, per gli atti illeciti compiuti dal Comune e dalla S.T.U., ed anche dalla Società realizzatrice del complesso sportivo, ha posto i sigilli all’intera area dal 2014 anche perché è risultata oltretutto inquinata volontariamente per amianto ed altri residui tossici della fù acciaieria Italsider e nascosti sotto gli impianti costruiti inquinando, quindi, tutte le falde acquifere.

Sappiamo bene che per risolvere il problema dovranno essere completamente abbattuti gli impianti realizzati e bonificato il sottosuolo su cui insistono. Cifra stimata 40 milioni di euro per riportare l’area alla situazione ante.

Sia chiaro siamo motivati fortemente non solo per onorare e difendere la nostra storia passata, ma perché riteniamo di essere rimasti purtroppo gli unici attori, sul territorio, che hanno dimostrato con i fatti la capacità di realizzare e gestire opere funzionanti, senza oneri per la Comunità, portando occupazione benessere e socialità nel quartiere.

Noi vogliamo procedere, nei prossimi mesi, in maniera più celere, per far sì che l’originario programma di ampliamento delle strutture sportive universitarie, venga finalmente realizzato come previsto dallo strumento urbanistico vigente sulle rovine materiali, morali ed economiche di una iniziativa pubblica non solo sballata ma anche vergognosa sotto tutti i punti di vista che ha portato e porterà alla distruzione di altre decine di milioni di euro dei cittadini.

Noi siamo impegnati a costruire una nuova storia per il futuro delle attività sportive a favore non solo della Comunità Universitaria che, pur, in verità, da sola e contro tutti, ha lottato per decenni per realizzare ciò che sta sotto gli occhi di tutti; ma di tutta la gioventù studiosa napoletana e di quei cittadini che hanno preso e prendono sempre più consapevolezza che la pratica sportiva è una componente indispensabile e necessaria per lo sviluppo economico e soprattutto civile della nostra Società.

Ci siamo battuti e ci batteremo perché lo Sport diventi sempre di più uno strumento di crescita equilibrata del Cittadino, riferendoci alla nota formula “mens sana in corpore sano”, contrastando giorno per giorno con forza, e qualche volta anche con successo, tutti quegli aspetti negativi e pericolosi che sempre più si stanno manifestando nella vita quotidiana delle cosiddette Società civili, specie nel mondo giovanile. Infatti la strumentalizzazione politica di gruppi di facinorosi, sempre più numerosi, negli ultimi tempi, unitamente alla crisi sociale ed economica che ha investito il nostro Paese ed il Mondo, sta portando al disastro, fra le altre cose, anche uno sport avvincente e popolare come il calcio, e, purtroppo, non solo il calcio; la responsabilità, è bene dirlo con chiarezza e forza, ricade sulla classe dirigente sportiva a tutti i livelli, da Napoli a Zurigo, ma anche, se non soprattutto, sulle classi dirigenti politiche ed economiche che, con la loro ideologia mercantista e fintamente liberale, ma di fatto autoritaria, ha creato l’attuale stato di crisi e che anzi sembra quasi che costoro guardino, con malcelata soddisfazione, gli avvenimenti cruenti ed incivili che oggi si svolgono dentro e fuori degli stadi, il nuovo Circo Massimo, i gladiatori-giocatori. Mai, anche nell’antichità, si sono raggiunti livelli di delirio passionale e di voglia di sangue, sia sugli spalti che intorno al “Circo Massimo”, nel mondo dello sport e nella società civile.

Noi vogliamo contribuire a costruire ogni giorno una difesa efficace e razionale contro tale politica dello scempio che sta investendo il mondo sportivo e rischia di travolgerlo: infatti molto spesso la genuina passione è condizionata, ed anzi trasformata, in odio viscerale dalla forza egemone del “deo” (come ha ben detto con chiarezza e forza Papa Francesco), il danaro come potere al di sopra di tutto e di tutti.

C’è voluto un Papa, un uomo coraggioso, che non teme per la sua incolumità fisica per cantarle in faccia al mondo intero, in specie ai potenti per i quali il danaro serve solo per impadronirsi della coscienza e del corpo fisico dei popoli per renderli succubi, i nuovi schiavi. Non vogliamo che la voce del papa sia una voce che si perde nel deserto delle coscienze.

Vogliamo agire affinché il mondo dello sport, dopo aver fatto chiarezza all’interno, contribuisca ad abbattere, novello David, l’insaziabile Golia.

E‘ urgente cacciare i mercanti dal Tempio.

E’ chiaro che questa è la partita più difficile che il mondo dello sport ha da giocarsi … si tratta di vita o di morte.

Abbiamo sotto i nostri occhi quello che sta succedendo alla FIFA in quel di Zurigo.

Bene. Ora è il momento di goderci insieme un po’ di fresco ed onesto sport, bello agonisticamente nella sua forma reale e nella sostanza dei comportamenti di tutti i partecipanti: giocatori, arbitri, giudici, pubblico.

Auguri a tutti Noi, a tutti Voi e buon divertimento. Noi stiamo già lavorando alla prossima edizione del 2016 che festeggerà il 71.mo anniversario del CUS Napoli.

ENTRA NEL CUS Lo sport che ti piace ti aspetta!

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